Le origini
L’azienda Durin ha origini lontane. Tutto ha inizio alla fine dell’Ottocento quando Isidoro Basso decide di coltivare un primo appezzamento di terra in Valle Arroscia, un territorio ricco di storia, cultura e paesaggi naturali di grande bellezza. Ed è qui, nel comune di Ortovero di cui la famiglia Basso è originaria, che Isidoro getta il seme di quella che anni dopo diventerà l’azienda Durin e che proprio a lui – un uomo dalla mole imponente che tutti in paese chiamano con ironia “Isidurin” (isidorino) – deve il suo nome.
Come succede spesso da queste parti, in Liguria come altrove, i terreni coltivati passano negli anni di padre in figlio. Sarà infatti Angelo, classe 1906, a proseguire il lavoro di contadino del padre e di ritorno dal servizio di leva, negli anni ’20 del Novecento, pianterà le prime vigne. Nel corso della sua lunga vita – morirà nel 2004 – Angelo darà struttura e corpo all’attività di famiglia e, dopo di lui, di nuovo un figlio, Antonio, seguirà le sue orme, incarnando così la terza generazione di vignaioli in casa Basso.
L'azienda oggi
Nipote di Isidoro e figlio di Angelo, Antonio Basso alla fine degli anni ’70 decide di abbandonare gli studi in medicina e dedicarsi anima e corpo alla terra. Sarà proprio Antonio a scegliere per l'azienda vinicola quel nome, Durin, omaggio spontaneo al nonno. E a coronare la scelta di restare fedele alla sua storia famigliare, sarà l’incontro con Laura, da più di vent’anni l’altra metà di Durin.
Quando Antonio e Laura si conoscono è il 1998. Lui ha 41 anni e, come detto, di mestiere fa il vigneron. Lei di anni ne ha 26, è astemia e di vino non ne sa molto. Ma nonostante le premesse, dopo quel primo incontro non si sono più lasciati.
Oggi l’azienda agricola Durin è una delle più note nel panorama ligure e nel 2018 ha compiuto 40 anni. A festeggiare insieme ad Antonio e Laura, anche i loro tre figli: Giovanni, 20 anni, Giacomo, 17 e Angelica, 14, possibili eredi della tradizione vinicola di questa azienda di spicco della Valle Arroscia. L’intreccio tra vecchie e nuove generazioni, dunque, continua, in questa bella realtà che profuma di casa e di cantina e che da sempre tiene con orgoglio “un piede nella tradizione e uno nel futuro”. A cominciare da Antonio, che se da una parte fa delle proprie origini il suo stesso vessillo, dall’altra sfida il tempo che verrà, lavorando e sperimentando ogni giorno in vigna e in cantina, senza l’aiuto di enologi, ma attingendo dall’esperienza e soprattutto da un sapere tramandato. Sicuro del fatto che il vino è una questione di famiglia e che la sua storia e il suo presente stanno lì, dentro a un calice di bianco o di rosso bevuto in compagnia.